Il fenicottero rosa ambasciatore delle “terre d’acqua”
Il Giardino Zoologico di Pistoia aderisce alla campagna promossa dall’EAZA “Wetlands for Life” e lancia un nuovo progetto per le scuole: “Terre d’acqua – Le aree umide, ecosistemi fragili da proteggere”
C’è un luogo silenzioso, dove l’acqua ferma riflette il cielo e tra i canneti si nascondono infinite forme di vita. Sono le zone umide: stagni, lagune, torbiere, delta e paludi che, come spugne naturali, trattengono l’acqua, purificano l’aria e ospitano una biodiversità straordinaria. Nonostante la loro importanza, negli ultimi decenni questi ambienti sono diminuiti a ritmo impressionante.
Le zone umide coprono appena il 6% della superficie terrestre ma ospitano circa il 40% delle specie viventi. Sono tra gli ecosistemi più produttivi e preziosi del Pianeta: regolano il ciclo dell’acqua, prevengono alluvioni e siccità, filtrano gli inquinanti, immagazzinano carbonio e sostengono intere catene alimentari.
Eppure, dal 1970 è scomparso oltre un quinto delle aree umide mondiali e un quarto di quelle rimaste versa in condizioni critiche. Bonifiche, inquinamento, cambiamenti climatici e uso intensivo delle risorse stanno cancellando questi ambienti a un ritmo tre volte più rapido delle foreste.
“Wetlands for Life” è la campagna internazionale di EAZA che unisce zoo e acquari europei per proteggere e valorizzare le zone umide. Con la partecipazione del Giardino Zoologico di Pistoia, anche la Toscana entra in questa rete globale dedicata a difendere ecosistemi preziosi e tutti interconnessi.
Anche se lontane tra loro, le aree umide sono collegate dalle grandi rotte migratorie degli uccelli acquatici: ogni anno milioni di individui percorrono migliaia di chilometri e trovano in queste tappe acqua, cibo e riparo per continuare il viaggio.
A garantire la tutela di questa rete c’è la Convenzione di Ramsar, l’accordo internazionale nato nel 1971 per proteggere le zone umide più importanti del pianeta. I Paesi aderenti individuano siti di valore speciale — i siti Ramsar — e li gestiscono con attenzione e programmi di sensibilizzazione.
Oggi oltre 170 Paesi partecipano alla Convenzione e nel mondo sono stati riconosciuti più di 2.500 siti Ramsar. In Italia sono 66, distribuiti lungo tutta la penisola.
Gli accordi internazionali non sono sufficienti per proteggere la biodiversità: è necessario l’impegno di tutti e il primo passo per prendersi cura di un luogo è conoscerlo. Per questo, accanto all’adesione alla campagna EAZA, il GZP ha lanciato “Terre d’Acqua”, un progetto pensato per bambini e ragazzi delle scuole primarie e secondarie. Attraverso attività laboratoriali, osservazioni naturalistiche, visite al Parco, le classi saranno accompagnate a scoprire la meraviglia delle zone umide: i loro abitanti, i servizi che offrono e le minacce che affrontano.
Ambasciatore del progetto è il fenicottero rosa, elegante e inconfondibile.
Le lunghe zampe sottili, il becco ricurvo e il piumaggio delicatamente colorato raccontano un legame profondo con le acque salmastre e con la vita delle zone umide. Il colore rosa deriva dai carotenoidi presenti nei piccoli crostacei di cui si nutre: un dettaglio affascinante che svela quanto la salute dell’ambiente influenzi direttamente la vita delle specie che lo abitano.
Presente in Italia in Sardegna, Emilia Romagna, Puglia e Toscana, il fenicottero rosa si è adattato anche a luoghi sorprendenti come il lago accanto all’aeroporto di Peretola, a Firenze: un esempio di resilienza che ci invita a ripensare il nostro rapporto con la natura.
La difesa delle zone umide non può essere solo compito di istituzioni e professionisti della conservazione: è una sfida collettiva. L’obiettivo delle tante attività previste al GZP è far crescere la consapevolezza, promuovere comportamenti responsabili e costruire alleanze tra scuole, cittadini e realtà locali. Piccoli gesti quotidiani come ridurre l’uso di acqua e plastica, rispettare i corsi d’acqua, partecipare ad attività di sensibilizzazione, possono contribuire a far sì che le aree umide siano di nuovo al sicuro.
Proprio come i fenicotteri che avanzano in punta di piedi nell’acqua, impariamo anche noi a muoverci con leggerezza e rispetto. Perché proteggere le zone umide significa proteggere il nostro futuro.