Isotta, l’ippopotamo pigmeo del GZP

Isotta è un Ippopotamo pigmeo ma il suo aspetto è simile a quello di un piccolo di Ippopotamo comune (quello grande per intendersi) tanto che molte persone la scambiano per un cucciolo, oltretutto abbandonato pensano i più, perché accanto non c’è nessuno. Isotta invece è proprio da sola: la solitudine è una delle caratteristiche di questa specie. Si potrebbe infatti sostituire il detto “sei proprio un orso!” riferito a persona solitaria e poco amichevole, con il più adatto “sei proprio un ippopotamo pigmeo!”

Isotta, l’ippopotamo pigmeo del GZP

L’IPPOPOTAMO PIGMEO: UN VERO SOLITARIO

L’Ippopotamo pigmeo vive nelle foreste dell’Africa nord occidentale in un areale ormai ridottissimo tra Guinea, Liberia, Costa d’Avorio e Sierra Leone, scegliendo le aree più ricche d’acqua.

Questa specie trascorre  gran parte della sua vita in perfetta e consapevole solitudine, interrotta solo dal breve momento dell’accoppiamento, per il quale maschio e femmina devono abdicare alla loro indole e accettare il compagno/a in favore del proseguimento della specie. Il piccolo resta con la madre poco meno di un anno e poi ognuno per sé.

IPPOPOTAMO PIGMEO E IPPOPOTAMO COMUNE: MOLTO DIVERSI…

I ricercatori che per primi incontrarono l’Ippopotamo pigmeo lo scambiarono per un individuo rachitico del già noto Ippopotamo comune e solo nel 1911 la specie fu classificata, dopo l’importazione di 5 individui in Europa.

Ci si accorse che alcune caratteristiche fisiche, oltre alle dimensioni (gli ippopotami pigmei sono circa dieci volte più piccoli di quelli comuni), distinguevano i due ippopotami come ad esempio la posizione degli occhi, laterali in quello pigmeo che ha una vita molto più terrestre rispetto all’ ippopotamo comune che passa molto tempo immerso nell’acqua e che, per questo, ha gli occhi nella parte alta della testa così da poter controllare tutto pur restando nascosto nel fiume.

Isotta, l’ippopotamo pigmeo del GZP
Isotta, l’ippopotamo pigmeo del GZP

…MA CON QUALCHE SOMIGLIANZA

Altre caratteristiche sono invece comuni tra i due pachidermi come le valvole che chiudono naso e orecchie quando si immergono in acqua o l’abitudine di sparpagliare le feci quando si muovono nel loro territorio, un vero e proprio messaggio profumato per tutti gli altri ippopotami della zona. Il messaggio cambia da individuo a individuo: se è una femmina in calore sarà senz’altro una “lettera d’amore” quella che resta attaccata ai fili d’erba. I maschi, invece, usano gli escrementi per marcare il territorio.

Entrambi hanno anche una strana sudorazione: un’antica leggenda africana narra che siano in grado di sudare sangue, ma la scienza ha dimostrato che si tratta di una secrezione che gli ippopotami producono per proteggere la pelle dai raggi ultravioletti del sole, una specie di crema solare a portata di…pelle!

UNA SPECIE  PER MOLTI ASPETTI ANCORA SCONOSCIUTA

Se dell’ippopotamo comune sappiamo quasi tutto, non abbiamo molte notizie circa il comportamento dell’ippopotamo pigmeo, specie elusiva che si muove nella fitta foresta di notte e dorme in pozze d’acqua o di fango durante il giorno. Per questo è una specie difficilissima da censire, da trovare e da studiare.

Le ultime stime parlano di 2000-2500 individui con un crollo della popolazione incredibile: probabilmente erano circa 30000 negli anni ’80 quando il taglio della foresta a favore delle piantagioni di gomma, caffè e palme da olio ha portato gli ultimi individui a rifugiarsi nel folto delle riserve, di cui la più importante è il Parco Nazionale del Tai.

Isotta, l’ippopotamo pigmeo del GZP
Isotta, l’ippopotamo pigmeo del GZP

ISOTTA E’ AMBASCIATRICE DI UNA SPECIE MINACCIATA

L’IUNC (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) classifica la specie come MINACCIATA uno dei gradi più alti di rischio d’estinzione: quello che preoccupa è il trend negativo della popolazione assediata anche dalla caccia per uso alimentare.

I bracconieri trovano facile accesso alle ultime aree di foresta grazie alle strade costruite per raggiungere le miniere: l’attività di estrazione di minerali è in crescita e con essa la minaccia di estinzione per il piccolo ippopotamo.

Isotta,  nata nel 2016 allo Zoo di Seghedino in Ungheria, è arrivata a Pistoia nel 2018 grazie al programma europeo per la riproduzione delle specie in via d’estinzione (EEPs). Come potete facilmente immaginare la vita del coordinatore europeo degli Ippopotami pigmei non è facile: è sempre alla ricerca di luoghi dove trasferire i piccoli che, appena raggiungono la maggiore età (i loro 2 anni), già non vanno più d’accordo con la madre.

Isotta cresce e le sue dimensioni sono ormai quelle dell’adulto. Spesso la sorprendiamo immersa nel fango per lunghe dormite, oppure intenta a grandi scorpacciate di frutta e fieno. Va matta per le melanzane. Mi raccomando: se venite a trovarla non indicatela al grido di “guarda il piccolo di ippopotamo!” Potrebbe offendersi tantissimo!